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Librairie passion Automobile, 83 rue de Rennes, 75006 Paris (Métro, stations Rennes ou Saint-Sulpice) 01 45 48 15 14
Référence 1I_2025
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Date de disponibilité:
EAN13 | 9788877921680 |
Editeur | Artioli 1899 |
Langue | Anglais / Italien |
Auteur(s) | Daniele Buzzonetti |
Date de parution | Décembre 2019 |
Nombre de pages | 320 |
Format | 25 x 30 |
Photos | 400 |
Nel 2019 l'Abarth ha festeggiato il suo 70° compleanno. Questo volume ripercorre l'intera storia del marchio torinese, ora di proprietà di FCA Group, ma inevitabilmente lo spazio maggiore è riservato a Carlo Abarth, che lo ha creato e gestito fino al 1971, gli anni più eroici e affascinanti di una storia prodigiosa, ricca di avvenimenti che non finiscono di stupire. Carlo Abarth d'altronde è stato più di un costruttore di automobili: ha creato un mondo - si potrebbe definire un 'mito' - che ha fatto sognare per anni qualsiasi appassionato della velocità, sia quelli che puntavano ad acquistare un modello completo della piccola casa torinese, sia (ed erano molti di più) quelli che si accontentavano di qualche accessorio: una marmitta, un asse a camme, un volante o magari solo qualche fregio estetico, per illudersi di trasformare una comune utilitaria in una sportiva di rango. Certamente è difficile per le generazioni cresciute dopo gli anni '70 comprendere in pieno il 'fenomeno Abarth. Ormai qualsiasi moderna utilitaria, seppure modesta, ha maggior sprint rispetto alle più comuni Abarh di un tempo (per intenderci, quelle derivate dalle Fiat 500 e 600), ma in quell'epoca le prestazioni bisognava sudarsele, e il marchio dello 'Scorpione' faceva davvero miracoli. Per ottenere l'incredibile successo dell'Abarth, non sarebbe stato però sufficiente proporre dei particolari sportivi (le celebri 'cassette di trasformazione g, seppure di ottimo livello e frutto di progetti rigorosi. Tra gli anni '50 e '60 (con una 'coda' dei '70), le vetture 'elaborate hanno rappresentato un fenomeno diffuso. Nessuno però ha affrontato il settore con il rigore e la visuale industriale di Carlo Abarth, soprattutto arricchendolo con altre iniziative impegnative e costose, che hanno accresciuto a dismisura la fama della sua casa. Ricordiamo i record di durata affrontati sull'anello di velocità dell'Autodromo di Monza, alcuni dei quali prolungati per oltre una settimana, senza sosta. Oppure l'impegno nelle corse con vetture sempre più impegnative, dalle 'mitiche' berlinette ideate in collaborazione con il carrozziere Zagato alle Gran Turismo con motore 2000, fino alle biposto Sport, allestite con motori che spaziavano dai 700, fino ai 3000 cc. Nato a Vienna, quando ancora regnava l'imperatore Francesco Giuseppe, da madre austriaca e padre di Merano, Carlo Abarth si e inizialmente formato non distante da casa, in seguito a Lubiana negli anni della guerra e dal 1947 a Torino, quando è diventato l'uomo di collegamento tra la famiglia Porsche e il marchio 'Cisitalia' dell'industriale Piero Dusio. Differenze geografiche ed esperienze diverse che hanno contribuito a farne un protagonista di grande genio e personalità. Non si può definire diversamente chi ha creato dal nulla un marchio di spiccato successo, potendo inizialmente contare su una limitatissima disponibilità economica personale, 'arricchita' però da idee e progetti brillanti e inediti, che gli hanno consentito di creare una società con i rappresentanti della famiglia emiliana (divisa tra Finale Emilia e Bologna), degli Scagliarini. Armando Scagliarini aveva subito il fascino delle corse in seguito all'importante attività agonistica del figlio Guido, ma da buon latifondista agrario non si sarebbe fatto convincere da quel signore austriaco, se non avesse intuito quali risultati avrebbe in seguito raggiunto.
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